Critica all'articolo sul #Sole24ore sul franco #CFA
Nicoletta Fagiolo
Beda Romano se permette il suo articolo sul sole 24 ore, Frano CFA: in 20 anni l’export francese in Africa si è dimezzato, non è logico : la diminuzione del commercio Francese in #Africa semmai è un altro argomento a sfavore dell’efficacia economica del franco CFA per gli Africani, e non ha nulla a che fare con il controllo (che lei definisce « presunto » controllo) politico di un area geografica.
In anzitutto storicamente parlando ogni volta che la Francia stava perdendo il controllo commerciale nelle sue ex colonie come nel caso di Vichy e post-Vichy, si faceva più acuta la sua ingerenza. Basta leggere gli accordi di Brazzaville del 1944, dove nessun Africano era presente, e dove si decidono le priorità politiche ed economiche della metropoli Parigi, nelle sue ex colonie post seconda guerra mondiale.
Inoltre dal 1998 è l’Unione Europea che ha l’ultima voce in capitolo e delibera sull’area franco CFA, franco ora ancorato all’Euro, via richieste dalla Francia. Dunque ad oggi abbiamo un «double verrou», una doppia serratura, un doppio controllo, sul franco CFA, come scrive l’economista Martial Ze Belinga.
Un suo errore fattuale. La cito : « Il Franc de la Communauté financière africaine (noto come franco CFA) che circola in 14” No! il franco della Comunità Finanziaria dell'Africa (XOF) circola nel #UEMOA che comprende otto paesi e il franco della Cooperazione Finanziaria dell'Africa Centrale (XAF) circola nell’area #CEMAC, che copre altri sei paesi. Per sue informazioni i due CFA non si possono cambiare tra di loro, un altro limite dell’attuale assetto del CFA, ostacolando ulteriormente gli scambi interregionali, già di per se bassissimi fra i paesi delle due unioni monetarie.
La #Francia sostiene che questa moneta “stabile” attrae investimenti necessari, una cifra ci mostra il contrario: il Ghana, che ha una valuta, il cedi, meno stabile, ha uno stock di investimento diretto estero (IDE) piu alto di tutta l’area UEMOA, otto paesi, messi assieme! La stessa Francia investe di piu’ (il 60%) nell’area fuori dalla zona CFA in Africa.
Già nel 1967 Samir Amin parlava di una “crescita senza sviluppo.” Molti in Africa chiamano il franco CFA la moneta dei Paesi Meno sviluppati (in Inglese Less Developed Countries, LDCs): da quando è nata la categoria nel 1971, 10 sui 14 paesi della area franco CFA ne fanno parte. Il Senegal ha raggiunto la categoria nel 2000. Solo un paese su dieci è riusciuto ad uscirne.
Se si consulta l' indice di sviluppo umano (HDI) delle Nazioni Unite vedrà che tutti i paesi nella zona CFA sono fra i piu’ poveri al mondo.
Un altro dato: In Costa d'Avorio nel 2016 il PIL reale pro capite è inferiore di un terzo a quello degli anni 1970 nonostante una crescita altissima. Dati simili sul potere d’acquisto si riscontrano in tutta l’area franco CFA.
I 4 handicap economici maggiori del franco CFA sono un regime di cambio troppo rigido; un ancoraggio problematico all'euro; un debole finanziamento delle economie; e una libertà di trasferimento dei capitali che danneggia l’area. Qualsiasi economista serio è d’accordo.
Ascoltiamo l'economista Kako Nabukpo "Quando prendi il riso, ad esempio, possiamo produrlo localmente, ma preferiamo importarlo perché ci sembra che costi poco. È perverso il CFA, come moneta ci tiene in una logica di rendita: è una valuta forte e quindi ci penalizza sul lato delle esportazioni, e ci incoraggia ad importare. La prova: quando si studia il tasso di copertura del commercio estero nei nostri paesi si vede che le esportazioni coprono solo un terzo delle nostre importazione, quindi si ha una bilancia commerciale strutturalmente deficitaria."
Il controllo politico è presente nella struttura del franco CFA e tutto cio che l’accompagna: accordi di cooperazione, difesa, accordi commerciali. Chiunque legge i saggi del economista Massimo Amato, spesso citato in questi giorni, fra cui un articolo in Sortir l’Afrique de la servitude monétaire , A qui profite le franc Cfa? , sa che anche Amato sottolinea il fatto che questa moneta CFA “impedisce di parlare”, dunque soffoca il valore intrinseco ad ogni scambio sano. Amato scrive in un articolo su altereconomia : "In altre parole: con questa politica la BCEAO (Banca Centrale degli Stati dell'Africa Occidentale) tarpa le ali allo sviluppo di un’economia locale. (...) Ma il franco CFA condanna l’Africa a essere puramente esportatore di materie prime e a non avere, ad esempio, nemmeno un’industria di trasformazione agricola, con tutti i benefici di stabilizzazione dei prezzi agricoli interni e di aumento dell’occupazione manifatturiera che ciò comporterebbe." Amato scrive condanna. Chi condanna? degli accordi fra BECEAO e BCE? allora vanno cambiati! ..
La richiesta del Ministro DiMaio di creare un’agenzia anti-colonialista in seno all’Unione Europea è interessante e urgente; invece la richiesta del M5S di pubblicare gli accordi di difesa e cooperazione che la Francia ha con i paesi ex colonie in Africa è il sine qua non per poter cominciare a definire una politica estera Europea in comune, se vogliamo evitare la multilateralizzazione cieca delle guerre francesi in Africa.
Un po di storia sull’ultima vittima del franco CFA: la guerra bancaria (illegale) eseguita dalla Francia, e seguita dagli USA, contro la Costa d’Avorio nella crisi post-elettorale del 2010- 2011, è un esempio eclatante di neo-colonialismo. l'Europa vi ha partecipato via sanzioni illegali e successivamente un processo politico, e dunque criminale. Il Presidente Laurent #Gbagbo, catturato con mercenari della zona, è stato poi deportato alla Corte Penale Internazionale (CPI) dove ha subito, da Presidente legittimo, otto anni di processo assieme al suo Ministro della Gioventù.
Il 16 Gennaio 2019 Laurent Gbagbo assieme a #CharlesBléGoudé sono stati assolti da tutte le accuse in un no case to answer (nessun caso a cui rispondere.). Il Giudici Italiano Presidente della giuria della #CPI Cuno Tarfusser ha chiesto di chiudere il caso prima ancora di sentire i testimoni della difesa per quanto vuoto era il dossier dell’accusa e ha chiesto la libertà immediata anche per ragioni di libertà personale, diritto infranto dalla Corte Penale Internazionale. Nonostante questo il Procuratore della CPI vuole fare appello a un nessun caso a cui rispondere. Sarà legale?
Rilasciati solo all’ inizio di Febbraio, dunque detenuti da assolti per due settimane. Laurent Gbagbo e Charles Blé Goudé non possono rientrare in Costa d’Avorio e vivono sottomessi a condizioni da detenuti agli arresti domiciliari in Europa. Beda Romano parla di “presunto controllo”, sono sicura che Silvio Fagiolo avrebbe detto di questo articolo: “ che “fregnaccie, non le assomiglia! “
Per chi si volesse informarsi sul caso di Simone e Laurent Gbagbo e Charles Blé Goudé e aiutare a fermare questo scempio di giustizia della CPI usata a fini politici dall'Europa video e articoli su questo sito. https://www.free-simone-and-laurent-gbagbo.com
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